ESSERE GENITORI: BELLO SÌ, MA COMPLICATO.

Si sta diffondendo una nuova «cultura della genitorialità» che mette in evidenza nuove aspettative e prospettive, responsabilità e nuovi vissuti: mamme con ambivalenze e sensi di colpa tra figli e lavoro, papà sollecitati a coinvolgimenti emotivi e condivisioni di ruoli che vivono con piacere emotivo o con difficoltà e /o resistenza.

Il tema della cura, relazionale e affettiva, non è certo banale anche perché le attrezzature personali sono legate a culture, schemi, modelli sociali e culturali, storie di vita soggettive: tutti fattori che impattano su vissuti e direzioni di comportamento e che influenzano scelte e dinamiche come persone, genitori e figli.

A ciò si aggiunge un oggi del mondo del lavoro dove il work life balance è un equilibrio difficile: il confine tra tempo lavoro e tempo privato, quando c’è, è molto sottile e faticoso da vivere, il welfare nel nostro Paese è molto indietro anche per le politiche al riguardo.

Contemporaneamente si riflette anche nelle istituzioni e tra studiosi su cosa sia la famiglia, la «buona» maternità e paternità, come fa anche Saraceno a proposito di Famiglie in Parole del XXI secolo (Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani), e molte aziende adottano buone politiche a sostegno della genitorialità.

Però, talvolta il senso di inadeguatezza prevale, prende lo sconforto e si rischia come genitori di optare per scelte che – pur fatte in buona fede – hanno conseguenze rischiose per il benessere dei figli, della coppia genitoriale o per sé come persona.

Come aumentare allora consapevolezza e capacità di lettura delle proprie risorse e desideri per fronteggiare le difficoltà e muoversi al meglio di come si è, senza rincorrere modelli utopici di perfezionismo a 360 gradi, soprattutto se come donna ti senti in forte sovraccarico?

Per ridefinire un tuo migliore equilibrio tra tempo lavoro, tempo privato e genitorialità posso darti concretamente una mano. Contattami qui per un primo colloquio conoscitivo.