ESSERE MAMMA A TUTTI I COSTI O DONNA MANAGER SENZA FIGLI?

Questo lo scontro/confronto al centro del dibattito nella puntata di FORUM su CANALE 5 di venerdì 21 gennaio dove sono stata ospite di Barbara Palombelli per parlare di questo, di genitorialità e del “fare figli”, una questione che sollecita aspetti emotivi, sociali, culturali, pregiudizi e che in Italia è molto complessa e problematica, anche nel confronto con altri Paesi europei. 

Da un lato la tendenza prevalente da noi è quella di ritardare il momento di fare un figlio, dall’altro si registra negli ultimi anni un perdurante e preoccupante calo della natalità. La situazione pandemica poi non aiuta. C’è comunque anche chi vuole figli a tutti i costi, magari ritiene che sia l’unico modo di realizzarsi come donna, e al contrario c’è chi vuole realizzarsi nel lavoro ed esclude l’idea di fare figli nella vita. E’ chiaro che sono due estremi, ma talvolta proprio questi opposti si scontrano anche a causa di pregiudizi che negano la legittimità delle scelte diverse dalle proprie.  

Ci sono poi diversi elementi che ruotano attorno al tema e che vanno presi in considerazione:

  • elementi culturali: viviamo in una società intrisa di elementi valoriali che hanno  alimentato il pensiero che “solo se sei mamma puoi sentirti veramente donna” e che “la vita di una donna non può dirsi pienamente realizzata senza un figlio”; e quello per cui “sei un vero uomo quando la tua virilità non è messa in discussione” per cui  se ci sono difficoltà alla procreazione si convive comunque con sensi di colpa e crisi di autostima e giudizi esterni pesanti, anche se si affrontano cure costose per coronare un sogno;
  • elementi sociali: la pressione sociale che sentono le donne è fortissima, come se essere madri fosse un dovere, piuttosto che una scelta; e qui leggi, scarso welfare e mondo del lavoro non aiutano; 
  • elementi economici: per fare un figlio è necessario prima essere in grado di mantenerlo, cosa non affatto facile dato il clima di incertezza e instabilità in cui riversa il Paese e si dovrebbe agire sapendo da tempo che dove l’occupazione femminile è maggiore, maggiore è il tasso di natalità!

Fermo restando che fare figli non è obbligatorio, in Italia coloro che decidono di farli non possono contare su un solido sistema di welfare e di servizi per l’infanzia e di sostegno alla genitorialità, come è invece in altri paesi come la Svezia. Inoltre, i giovani fanno sempre più fatica a raggiungere un’indipendenza economica tale da permettere loro di scegliere di diventare mamma e papà, in assenza di servizi sociali degni di essere chiamati così e a disposizione di tutti, dato che i bonus sono insignificanti rispetto alla rete dei servizi vera che servirebbe e che, tra l’altro, creerebbe anche occupazione.

Insomma, c’è ancora molta strada da fare sul fronte genitorialità, che non viene ancora incentivata, ed è necessario intraprendere al più presto riforme sociali e politiche di servizi e welfare che permettano di poter fare una scelta serena. Nel mondo del lavoro molte aziende hanno capito il valore aggiunto che dà la genitorialità anche in termini di nuove competenze che le persone sviluppano quando diventano mamma o papà e per questo hanno sviluppato politiche molto più avanzate di ciò che lo Stato offre.

Clicca qui per vedere la puntata di FORUM del 21.1.2022

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Ecco la clip di un momento della puntata del 21 gennaio: