SE SEI TRISTE SEI OUT? TRISTEZZA, NON È DETTO CHE DEVI ANDAR VIA!

Tempo di vacanze, bagagli, organizzazione di vacanze brevi, poche o multiple, tormentoni musicali, tutti che fanno a tutti la stessa domanda: che fai quest’estate? E tutti sperano di passare un’estate allegra, spensierata, tonica, energizzante, stimolante, finalmente in famiglia, o da single, o con amici, o comunque in relax, ognuno a modo proprio.

Ma siamo sicuri che proprio tutti abbiano questa voglia e questo stato d’animo? Se si è tristi si è out?

Finalmente possiamo dircelo: se si è tristi perché nasconderlo? La malinconia, soprattutto, è un sentimento da riscoprire, con attenzione, delicatezza, alla faccia di chi pensa che malinconia sia sinonimo di depressione e magari ostenta euforia da tutti i pori.  Si tratta di fare i conti con modelli culturali che esigono un dover essere allegri, positivi, ottimisti   e che penalizzano uno stato d’animo, la malinconia, che invece può celare un valore.

È anti frenesia, è il contatto con qualche inquietudine che aiuta a pensare, a non far finta di niente, a accogliere la propria vulnerabilità, anche a essere creativi. Victor Hugo la definisce la gioia di sentirsi tristi.

Nel libro Varietà della Malinconia (Guanda, 2022) per l’autore Alain de Botton la malinconia è lo stato d’animo meno noto e più prezioso che l’uomo possa provare. Non è depressione, né rabbia, né amarezza, ma una risposta gentile e benevola alle difficoltà della vita, in perfetto equilibrio tra la cieca disperazione da un lato e l’ottimismo ingenuo dall’altro.

Quindi facciamocene una ragione: anche la tristezza fa parte della nostra umanità.