LIBRI PER L’ESTATE!

Vi auguro buone vacanze suggerendovi qualche buona lettura per questa estate.

Consulta qui le mie recensioni su questi libri

Webinar Scopri come leggere e gestire i Conflitti per vivere meglio – 10/05/22 Clip 1

CONFLITTI.

Tema più che attuale negli scenari geopolitici, nel mondo del lavoro, nelle relazioni interpersonali. Lucio Caracciolo, direttore di Limes, ha scritto che il libro CONFLITTI (Giunti,2019) è il più completo che abbia mai letto sul tema. Ecco una clip estratta dal recente webinar condotto su CONFLITTI da me e dal coautore Andrea Castiello d’Antonio su Psicologia.io

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Per ascoltare il webinar completo clicca qui  -> t.ly/_NbR ed iscriviti gratis!

SE SEI TRISTE SEI OUT? TRISTEZZA, NON È DETTO CHE DEVI ANDAR VIA!

Tempo di vacanze, bagagli, organizzazione di vacanze brevi, poche o multiple, tormentoni musicali, tutti che fanno a tutti la stessa domanda: che fai quest’estate? E tutti sperano di passare un’estate allegra, spensierata, tonica, energizzante, stimolante, finalmente in famiglia, o da single, o con amici, o comunque in relax, ognuno a modo proprio.

Ma siamo sicuri che proprio tutti abbiano questa voglia e questo stato d’animo? Se si è tristi si è out?

Finalmente possiamo dircelo: se si è tristi perché nasconderlo? La malinconia, soprattutto, è un sentimento da riscoprire, con attenzione, delicatezza, alla faccia di chi pensa che malinconia sia sinonimo di depressione e magari ostenta euforia da tutti i pori.  Si tratta di fare i conti con modelli culturali che esigono un dover essere allegri, positivi, ottimisti   e che penalizzano uno stato d’animo, la malinconia, che invece può celare un valore.

È anti frenesia, è il contatto con qualche inquietudine che aiuta a pensare, a non far finta di niente, a accogliere la propria vulnerabilità, anche a essere creativi. Victor Hugo la definisce la gioia di sentirsi tristi.

Nel libro Varietà della Malinconia (Guanda, 2022) per l’autore Alain de Botton la malinconia è lo stato d’animo meno noto e più prezioso che l’uomo possa provare. Non è depressione, né rabbia, né amarezza, ma una risposta gentile e benevola alle difficoltà della vita, in perfetto equilibrio tra la cieca disperazione da un lato e l’ottimismo ingenuo dall’altro.

Quindi facciamocene una ragione: anche la tristezza fa parte della nostra umanità.

AZIENDE E NATALITÀ IN ITALIA: NUMERI, PAURE DELLE DONNE E DELLE AZIENDE E COSA SI PUÒ FARE

Dalla ricerca 2022 dell’Osservatorio Famiglie di Sfera MediaGroup, ecco qualche dato: per le donne continua il dilemma tra scelta del lavoro o della maternità, gli strumenti più ricercati sono quelli sulla “conciliazione dei tempi” lavoro e famiglia, solo il 40% usufruisce del congedo di paternità di tre giorni. Da questo punto di vista lo smart working è ricercato e ancora di più lo sono i nonni. Interventi? Tanti, possibili e fattibili. Si tratta di azioni concrete, volontà di sviluppo, visione e prospettiva di futuro.

Per approfondire situazione e cose da fare leggi qui  

Vuoi come donna e mamma fare il punto e rimetterti in moto nel mondo del lavoro da settembre?

Parliamone e troviamo insieme soluzioni adatte a te. Contattami qui

 

LA FELICITÀ NEGATA O POSSIBILE?

recensione felicità negata

Oggi siamo arrivati in una contraddittoria situazione, complessa, fluida, di luci e ombre, di libertà vere e apparenti, di bisogni assoluti e fittizi, di concentrazioni di sempre maggiore ricchezza nelle mani di pochi e disuguaglianze che aumentano a dismisura. Ciò in contemporanea ad altri vantaggi come innovazione tecnologica, indicatori di qualità della vita significativi ma pure con spaesamenti, alienazioni che mutano e coinvolgono figure anche manageriali, in organizzazioni che si trasformano e che trasformano la società suscitando interrogativi e ansie, che rendono difficile la progettualità.

Cosa non ha funzionato? Dove abbiamo sbagliato? Risposte possibili tra Francoforte e Vienna?

Per approfondire l’argomento, ti consiglio di leggere la mia recensione sull’interessantissimo libro La felicità negata di Domenico De Masi Edizioni LE VELE-EINAUDI, 2022. -> Clicca qui

L’AMORE MALATO NON VA VIA NEMMENO IN VACANZA.

Love Addiction Luciana d'ambrosio marri

Occhio alle dipendenze in generale e tra queste alla love addiction.

Anche in vacanza rischiamo di portarcela dietro, insieme a bagagli, ansie, desideri e aspettative che tutto cambierà. Quando uno dei due è troppo dipendente dall’altro c’è qualcosa che non va, si oscilla tra atteggiamenti ipercritici, sottostima percepita, dichiarata o insinuata, dare troppo presunto amore, aspettarsi che l’altro contraccambi almeno uguale o di più. I confini sono saltati, il rapporto è diventato morboso e controllo, gelosia, scenate, pentimenti, lo faccio per te, allora non valgo nulla per te, e via così, il rapporto va sempre peggio tra improvvisi slanci di attaccamento e improvvise scenate e allontanamenti minacciati o sollecitati, poi…. Tutto resta come prima. E si sta male di fondo. Entrambi. Perché? Che succede? Cosa scatta tra due adulti, non tra due adolescenti che devono maturare l’essere adulti anche tra partner?  Scatta quella che gli esperti chiamano la love addiction, dipendenza affettiva malata: la paura del vuoto, dell’incapacità di stare da soli anche solo nel senso di tracciare o riconoscere un confine tra sé, l’altro, e il noi. Che come terza dimensione non deve fagocitare né l’io né l’altro. Scatta la difficoltà a staccarsi dal partner, per cui solo con l’altro si ha senso, e la dedizione all’altro viene scambiata per amore, pretendendo la reciprocità di questo sentimento che può diventare patologico e quindi pericoloso. E non succede solo alle donne, quelle che “amano troppo”. Anche molti uomini ne sono affetti. Si ha paura di perdere l’altro perché si ha paura della solitudine, si è incapaci di gestire la propria indipendenza, cosa che ha origini sia culturali che nel rapporto primario con la madre, per cui da adulti si ha bisogno di essere continuamente rassicurati, in un circolo vizioso che aumenta la propria disistima e insicurezza. La consolazione è che se ne può uscire, con coraggio, consapevolezza del problema e chiedendo aiuto a figure esperte. Stavolta in vacanza sarà positivo mettere nel bagaglio l’intento di uscirne: sarà già un buon presupposto per attivarsi al rientro.

“L’ altro mondo. La vita in un pianeta che cambia” – La mia recensione pubblicata su Panorama Risorse Umane

Recensione di Luciana d'Ambrosio Marri del libro L'altro Mondo

E’ appena uscita su Panorama Risorse Umane la mia recensione del libro “L’ altro mondo. La vita in un pianeta che cambia”, di Fabio Deotto.

Un viaggio in luoghi simbolo del cambiamento climatico, nuovi sguardi e prospettive verso i fenomeni complessi non solo climatici. 

Un libro consigliato a tutti, manager o no, che permette di capire l’impatto che certi meccanismi del nostro cervello, nuove ansie personali e sociali, distorsioni cognitive, i concetti di possesso e autonomia, hanno sulle economie e sul mondo del lavoro.

Leggi qui la mia recensione.