Come trovare lavoro nel 2021?

Come trovare lavoro nel 2021?

E’ difficile orientarsi nella geografia del mondo del lavoro soprattutto in epoca di pandemia dove tutto e tutti abbiamo risentito in modi differenti delle conseguenze. Per Eurostat gli under25 disoccupati nell’ottobre 2020 erano il 17,5% nell’Ue e in Italia il 30,3% : quindi un giovane su tre non lavora!

Sono sparite attività in molti settori soprattutto dei servizi, il settore IT è sempre più forte per la digital transformation, e non sono comunque poche le aziende grandi o pmi che – ognuna a modo proprio – hanno saputo fronteggiare, talvolta quasi anticipare, situazioni di organizzazione del lavoro in home working e/o in più ampio smart working che consentono di non solo rimanere a galla ma di essere attrattive per chi cerca lavoro o vuole cambiarlo. Certo chi cerca lavoro ha tante sfumature rispetto a capacità, competenze tecniche, impegno nel cercarlo, sentimenti ambivalenti tra sfiducia in sé e nel futuro, e fiducia in ciò che finora ha studiato, perseguito, cercato, raggiunto.

Fatto sta che, pur tenendo conto ognuno delle proprie specificità, la domanda trasversale che si pongono soprattutto i giovani che si affacciano al mondo del lavoro è: cosa devo fare?  La risposta ovvia è darsi da fare, certo, ma può essere utile qualche bussola per orientarsi su terreni talvolta fertili, talvolta aridi, battuti da climi mutevoli che improvvisamente rendono attrattivo un ambiente fino a qual momento inospitale, o al contrario trasformano in fecondo un ambito prima ostico e blindato verso nuove assunzioni. Allora a proposito di bussole e punti di riferimento per trovare lavoro ecco alcune considerazioni.

“Secondo la classifica Leader della Crescita 2021, il ranking elaborato da Statista per il Sole 24 Ore per misurare l’aumento di ricavi delle Pmi negli ultimi tre anni (2016 – 2019), tra i 450 selezionati (su settemila), ci sono le start up e le scale up digitali in senso stretto: sistemi, software e connessioni. Ci sono le imprese che trasformano i loro business, e quello degli altri, da tradizionale a sostenibile: dall’energia, all’industria, ai servizi. Ci sono le aziende dell’ecommerce e della filiera che ruota intorno alle vendite online: dalla logistica, ai trasporti, alle consegne”. Insomma, la crisi economica che accompagna quella pandemica ha fatto strage di molte imprese ma lascia intravedere secondo gli esperti un forte sviluppo di quelle che operano nel settore farmaceutico, nell’innovazione, nel green, nei servizi assicurativi e in quelli dedicati alla terza età, stante l’aumento dell’età media e delle future necessità derivanti. Ciò anche in linea con la necessità di dirigersi verso i 17 Goal 2030 per lo sviluppo sostenibile approvati dalle Nazioni unite, e in agenda nei vari Paesi   https://asvis.it/goal-e-target-obiettivi-e-traguardi-per-il-2030/. Inoltre, anche in Italia alcune aziende si chiedono sempre più come attrarre giovani che hanno competenze “sofisticate” e quindi cercano di rispondere in modo mirato a quelle aspettative di formazione, buone politiche di work life balance, coinvolgimento, autonomia, nuove forme di socialità sul lavoro, che molti delle nuove generazioni nutrono.

Con altra prospettiva, oltre a orientarsi nella ricerca del lavoro in imprese che operano in settori presumibili di sviluppo, e che hanno bisogno del ventaglio delle varie professionalità (dal legale allo sviluppo e non solo STEM), nel cercare lavoro è importante:

  • curare la propria visibilità e affidabilità in ottica professionale anche sui canali social;
  • potenziare il curriculum anche attraverso corsi on line (se la presenza non è ancora possibile per motivi pandemici)  certo legati alle proprie competenze tecniche ma con un occhio attento alle competenze soft – con la pandemia sono fioccati i corsi on line anche gratuiti;
  • riconvertirsi  velocemente nel guardare la realtà in tandem alle proprie passioni;
  • allenarsi ai colloqui di selezione con dei video self made;
  • riflettere su cosa si è imparato da ogni esperienza per se stessi significativa della propria vita e su come questi apprendimenti possono essere tradotti nello svolgere un lavoro;
  • leggere anche solo on line un quotidiano e essere informati sull’attualità;
  • informarsi sulle aziende a cui si invia il cv;
  •  mirare “il bersaglio” accompagnando il cv – se possibile – con due righe di motivazione specifica di interesse a quella azienda o a quel settore in cui essa opera;
  • chiedere i contatti su linkedin a persone legate all’ambiente professionale in cui si vorrebbe entrare;
  • studiare una lingua straniera;
  • fare attività di volontariato che ampliano l’orizzonte e fanno toccare con mano aspetti della realtà umana ed emotiva lontani dalla propria zona di comfort
  • non cadere nell’apatia a seguito delle frustrazioni: la frustrazione fa parte del gioco della vita e può essere ben bilanciata se 1) la accetti come tale, 2) ti impegni a dare il meglio di te 3) non rincorri modelli di perfezione che sono d’altronde solo utopici e quindi irraggiungibili per definizione!

In sintesi, se è vero che la bacchetta magica non esiste e che non dipende tutto da noi, è anche vero che dopo un fallimento è fondamentale rimettersi in cammino e soprattutto non aspettare la fortuna. Siamo realisti: il futuro è pieno di incertezze ma evitiamo di peggiorarlo con aspettative disfattiste o solo in attesa di adeguate politiche governative concrete che siano di volano per l’occupazione e che non sappiamo se, quando e in che forma arriveranno.

Recensione del libro “Il Capitale Umano nelle Organizzazioni” scritto da Andrea Castiello d’Antonio

Recensione del libro Il Capitale Umano nelle Organizzazioni

La valutazione e lo sviluppo delle risorse umane è una questione complessa su cui esistono ancora luci e ombre.
Su questi temi e metodologie è Il Capitale Umano nelle Organizzazioni, il nuovo libro di Andrea Castiello d’Antonio, psicologo nel campo clinico e del lavoro, con un’esperienza quarantennale come consulente per aziende pubbliche e private.

Finalmente un testo attuale, molto utile e completo di cui ho scritto una recensione, consultabile qui.

DIVERSITY: Intervista doppia di Luciana d’Ambrosio Marri a MONICA CIRINNÀ e RENATA POLVERINI

Intervista doppia sul tema Diversity di Luciana d'Ambrosio Marri a Monica Cirinnà e Renata Polverini

Intervista doppia di Luciana d’Ambrosio Marri su Diversity a Monica Cirinnà, PD Senato e Renata Polverini, Forza Italia Camera Deputati nel Laboratorio di Formazione Politica di Stati Generali delle Donne – 20.11.2020

 Il tema della Diversity, nel mondo del lavoro come in quello della politica, è complesso e variegato. Valorizzazione delle differenze e azione inclusiva, tra implicazioni, vantaggi e ostacoli, sono temi di scottante attualità che non riguardano solo le donne ma il benessere collettivo.

Ecco un incontro vivace sul tema, con due importanti protagoniste della scena politica italiana che hanno accettato con generosità di rispondere a un’intervista doppia a domande sulla Diversity dal loro punto di vista: gestione del potere, discriminazione e fuoco amico che non t’aspetti sono tra i nodi che vengono al pettine…Non mancano i consigli per le donne che vogliono intraprendere una carriera politica!

 

25 novembre: Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne

Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Violenza fisica, domestica, sul lavoro, violenza economica. Lo scenario in Italia è ancora allarmante: emergenza pandemica, costrizione nelle mura domestiche, crisi economica che ha colpito di più i servizi e quindi le donne che sono prevalentemente occupate in questo settore, e i femminicidi che continuano.

Un dato positivo (ISTAT) è che emerge una maggiore consapevolezza delle donne, loro ricerca di autonomia e libertà ma contemporaneamente ciò può diventare un altro elemento scatenante l’aggressività dei maschi che sentono minacciata la loro necessità di possesso e di controllo.
Il lavoro culturale e sociale da fare è molto, a partire dal rinforzo di politiche di supporto per le vittime, i loro figli, l’allontanamento obbligatorio dell’autore delle violenze dal proprio domicilio in modo che non sia minaccia ulteriore per la donna.

Soprattutto è necessario che le donne entrino sempre più nel mondo del lavoro, a vantaggio e benessere delle donne che rappresentano un volano per lo sviluppo del Paese. Ciò va ricordato e perseguito non solo oggi, ma sempre.

Per approfondire ecco un’intervista (maggio 2020) che ho fatto a Erica Pugliese, Presidente di Milleme, a supporto delle donne vittime di violenza 

Ecco i dati sulla violenza di genere ai tempi del Covid 19.

Smart Working: quali competenze soft per capi e collaboratori?

Quali sono le competenze soft più necessarie a capi e collaboratori per lavorare in smart working?

Dalla primavera 2020, la modalità di lavoro smart ha costretto a rivedere l’organizzazione secolare di cultura del lavoro: una vera rivoluzione!

Come gestire, in smartworking, i rapporti umano-professionali?

Questa è una questione che accomuna tutti e fin da ora. Più in dettaglio: come può il capo in smartworking essere un buon capo e coordinare al meglio i propri collaboratori? Il collaboratore come può a sua volta rapportarsi al meglio a capo e colleghi?

Si tratta di sviluppare e praticare quelle competenze soft che vanno ad alimentare il senso di appartenenza e di comunità al lavoro, che nutrono la motivazione e che fanno crescere le persone, favorendone la maturità aziendale e professionale.

Ma quali sono, per capi e collaboratori, queste softskills?

Ne parlo nel mio articolo uscito sulla rivista Leadership & Management.

NEXT GENERATION EU: 50% ALLE DONNE E L’ITALIA CRESCE SUL SERIO!

Con il 50% del next generation fund alle donne l'Italia cresce sul serio

Secondo Bankitalia, l’occupazione femminile al 60% fa crescere il PIL di 7 punti!

Il NEXT GENERATION FUND (o Recovery fund) dunque va allocato in tale direzione, almeno per il suo 50%.

Se nel 2008 la crisi era HE-CESSION, perché colpiva gli uomini per lo più delle fabbriche, la crisi 2020 derivante dal Covid 19 gli anglosassoni la chiamano SHE-CESSION perché colpisce soprattutto i servizi e quindi le donne, dato che per lo più lavorano in questi settori.

In Italia questo accade in uno scenario già disastroso per il gender gap di ogni tipo, non solo retributivo, basta vedere la distribuzione del carico dei lavori di casa, di cura, dello sbilanciamento al femminile nell’uso del part time e dei congedi genitoriali.

Allora l’Italia non può permettersi di sprecare il NEXT GENERATION FUND. Esso riguarda il presente e le future generazioni: è un’occasione epocale per colmare gap vergognosi e dare una spinta eccezionale di sviluppo al Paese. Studi economici di tutto il mondo indicano che se una donna lavora si creano tre posti di lavoro: il suo e quello delle due persone che svolgono al suo posto i lavori di cura di persone e casa. Pensate che il 72% del lavoro di cura è svolto dalle donne!

Quindi l’Italia prenda il via dalle donne, con piani di occupazione, politiche di empowerment, politiche e strutture di servizi, incentivi per aziende meritocratiche con donne ai vertici. E’ ora come non mai di superare pregiudizi, quelli degli uomini verso le donne e quelli delle donne verso le donne e se stesse.

Come azienda o come singola persona vuoi una mano per andare in questa direzione?

Contattami per concordare un appuntamento di consulenza e concretizzare le tue esigenze e le tue priorità.

L’incontro può svolgersi on line in totale sicurezza rispetto alle norme anti-Covid 19.

DOMANI 3 NOVEMBRE PUÒ CAMBIARE IL MONDO!

Donald Trump - Election Day USA 3 Novembre 2020

IL 3 NOVEMBRE GLI AMERICANI VOTANO PER ELEGGERE IL PRESIDENTE USA.

Donald Trump, prima e soprattutto durante il suo mandato, si è dimostrato un caso clinico: secondo i maggiori esperti di psichiatria e psicologia americani, l’attuale loro presidente è un narcisista maligno, sindrome coniata dallo psicanalista Eric Fromm: il narcisista maligno si sente “grande“, non sopporta le frustrazioni, soffre terribilmente se non è ammirato, è ossessivo. Trump è pure misogino, ha il gusto della vendetta, è privo di empatia, ecc.

Molto interessante è l’approfondimento sul tema offerto da Andrea Purgatori nel suo Atlantide (La7 del 28 ottobre 2020, consultabile qui) dove ha trasmesso in prima tv il docufilm Unfit di Dan Partland che mostra quanto l’attuale presidente americano sia un pericolo sociale.

Il problema derivante dalla sua possibile rielezione non riguarda solo gli Stati Uniti, ma l’Europa, il mondo, tutti noi, dato il legame con questa grande potenza e le responsabilità e il potere che ha un presidente americano sul pianeta sotto tutti i punti di vista: economico, sociale, ambientale, ecc., senza dimenticare che ha le chiavi di una famosa valigetta da cui dare il segnale per il lancio di missili atomici.

Speriamo che le donne e gli uomini americani, anche se lo hanno votato in precedenza, si rendano conto dell’errore e che Trump sia travolto da una valanga di voti che lo mandino a casa. Ma non alla Casa Bianca. Semplicemente a casa sua.

 

Puoi approfondire cosa dice di Donald sua nipote Mary nel libro che lui ha cercato di bloccare.

Burnout: un incendio che aumenta col Covid 19! 

Burnout a depressed young female doctor sitting in despair near a hospital window

Come e perché peggiora lo stress di chi opera nell’emergenza Covid, durante e post pandemia? Cosa fare?

Su Psicologia Contemporanea (numero 280-281, speciale luglio-agosto-settembre-ottobre dedicato ai tempi della pandemia) ecco il mio ultimo articolo Burnout: un incendio che aumenta col virus, scritto con il Prof. Andrea Castiello D’Antonio sul tema del burnout e dello stress da emergenza covid-19 dedicato a medici e paramedici e non solo.

La rivista Psicologia Contemporanea con tutti gli altri approfondimenti vi aspetta in edicola!

Leggi l’articolo completo qui sotto.

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Settembre andiamo, è tempo di migrare in Smart Working?

Approfondimento sullo lo smartworkin

Per molti è una sorta di obbligo aziendale per la questione e prevenzione Covid 19, a parte i decreti del governo, per molti sì è tempo di migrare in Smart Working e non vedono l’ora, per altri è una sorta di incubo per la vita privata e quella professionale, alcuni lo vorrebbero ma non osano dirlo, altri lo chiedono esplicitamente, altri sono indecisi in attesa di vedere che succede…

Come viene percepito lo smart working?

Un rischio è l’overworking, cioè lavorare di più, rispetto al lavoro in ufficio. Da una ricerca in Italia di Variazioni (consultabile qui), i dati indicano che una persona su cinque ha lavorato più di quanto dovuto in smart working durante il lockdown e la cosa pone il dilemma aziendale e individuale sulla gestione degli straordinari. Va detto però che dall’indagine emerge che: attivo (19%), fiducioso (18%), determinato (15%), concentrato (13%), soddisfatto (10%) e orgoglioso (5%) sono gli aggettivi selezionati dall’80% del campione per descrivere come è stata vissuta la quotidianità lavorativa. Aggettivi come nervoso (6%), impaurito (5%), agitato (3%), frustrato (3%), angosciato (2%) e abbandonato (1%) sono stati selezionati dal 25%.

Numeri che fanno pensare e che sollecitano l’individuazione di azioni gestionali e di comportamenti organizzativi mirati a utilizzare al meglio la logica e l’organizzazione dello smart working potenziandone i vantaggi personali, sociali, aziendali, e limitandone i rischi per il benessere di tutti i soggetti coinvolti! Nel frattempo: come migliorare le proprie competenze come capo per gestire collaboratori in smart working? Se sei smartworker come equilibrare la vita senza stressarsi troppo tra mura familiari e esigenze lavorative? Approfitta del coaching e con poche sessioni anche on line puoi migliorare autorevolezza, gestione della delega, del controllo, del tempo e i confini tra autonomia, raggiungimento obiettivi e qualità della vita!

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What Workers Want – Un Webinar sul futuro del Lavoro

What Workers Want

Riflessioni sul Lavoro che cambia.

Le aziende sono in una fase di cambiamento e così pure i lavoratori. I Millennials e le persone più senior sono attratti sempre di più da imprese che mettono il benessere dei propri dipendenti al primo posto, offrendo degli ambienti di lavoro capaci di stravolgere il tradizionale concetto di ufficio. Non più, dunque, un semplice “workplace” ma un vero e proprio “lifeplace”, dove le persone hanno la possibilità di sentirsi a proprio agio e di accedere agli strumenti adeguati per migliorare le loro performance.

Sono questi i temi di “What Workers Want”, il webinar ideato e promosso da Woliba   (che ha svolto una ricerca in proposito) con Arkage, al quale sono stata invitata a partecipare in qualità di Sociologa del lavoro, esperta di Sviluppo delle Risorse Umane e Benessere Organizzativo, per  coordinare il dibattito su futuro del lavoro e  nuovi concetti degli spazi lavorativi.

Di questi e altri temi inerenti il contesto lavorativo del XXI secolo che si sta affermando, anche dopo il lockdown per l’emergenza Covid-19, ne abbiamo parlato mercoledì 15 luglio alle ore 11:00 con altri esperti: Andrea Ciulu (Arkage), Andrea Aterno (Oracle Europa e Italia), Pascal Benard (Axa Italia), Alessandro Bocchini e Flaminia Mainieri (Open Fiber), Marco Prinetti (MoneyGram International).

Ecco qui sotto il video integrale del webinar.

Se invece volete saperne di più cliccate qui per leggere quanto emerso dalla ricerca.

Buona Visione!