Per non dimenticare la Storia, perché non si ripeta quello che sembrava impensabile, per affermare che la Differenza è valore!
Come valorizzare le differenze in azienda?
Per approfondire clicca consulta l’articolo dedicato al diversity management
Per non dimenticare la Storia, perché non si ripeta quello che sembrava impensabile, per affermare che la Differenza è valore!
Oggi è l’anniversario della nascita di Virginia Woolf, battagliera scrittrice di varie opere, tra cui “Una stanza tutta per sé”, e donna simbolo del primo Novecento per l’affermazione dell’autonomia delle donne e della parità tra donne e uomini nella società.
Grazie, Virginia! Tutte le donne ti sono grate per il tuo coraggio, la tua sensibilità, le tue intuizioni, i tuoi scritti.
Se vuoi capire meglio le tue possibilità e come superare una tua difficoltà o disagio in questo periodo della tua vita di lavoro o più in generale, potresti utilizzare il metodo del counseling con me, o potenziare la tua autorevolezza e capacità di leadership attraverso una formazione breve, anche individuale o in azienda, e soprattutto mirata alla tue esigenze e priorità.
Felicità, buoni propositi e strumenti personali.
Pare ci siano buone notizie: altro che ricchezza, diventa sempre più importante il benessere!
NEWS da Il Corriere della Sera: “L’anno della felicità, Dal lavoro alla famiglia. Nel 2018, dice l’Economist il benessere e la gioia saranno indicatori importanti come quelli economici”
Per un Paese come per un’azienda, misurare il benessere non è facile ma nemmeno impossibile, perché gli indicatori ci sono e vale la pena conoscerli. La felicità è prevista come diritto nella Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti, mentre molti abitanti del nostro Pianeta non sanno purtroppo nemmeno cosa sia!
Per le aziende che entrano tra loro in competizione anche sul fattore di benessere interno c’è GREAT PLACE TO WORK, classifica internazionale e nazionale con tanto di onori e premiazione.
All’inizio dell’anno molte persone esprimono buoni propositi di cambiamento: dalla dieta, alla palestra, dal lavoro al/alla partner, da un aspetto di sé a nuove amicizie…Insomma gli intenti non mancano, ma perché i desideri diventino realtà bisogna individuare bene cosa si vuole e si è in grado di fare. Solo così le persone riescono a indirizzare meglio le proprie energie e comportamenti verso la realizzazione di ciò che vogliono migliorare di se stesse e del mondo circostante in cui agiscono. Allora cosa fare per ritrovare una soglia accettabile di serenità magari perduta per eventi della vita o per cambiare qualcosa nel privato o nel lavoro, ma non si riesce ad affrontare con se stessi e con gli altri la questione? Il counseling è uno strumento possibile, concreto: si tratta di capire cosa è, a cosa serve, e… iniziare a cambiare e a migliorare la propria vita!
Ora potrebbe essere per te il momento giusto per contattarmi per un primo colloquio gratuito

Il volontariato è certamente una esperienza significativa di vita perché, oltre all’aspetto etico, permette di apprendere molto su se stessi e sugli altri, attraverso relazioni interpersonali con persone in difficoltà e con operatori che si danno da fare.
In particolare svolgere attività di volontariato permette di sviluppare competenze invisibili ma importanti nel mondo del lavoro: adattamento, ampiezza di visione, uscire dal proprio sé come autoriferimento esclusivo, lavorare con gli altri, affrontare imprevisti in situazioni spesso carenti delle risorse necessarie, sono tutte capacità importanti da affinare o da acquisire. Esse aiutano la persona a maturare come spessore e rispetto al senso di realtà, a imparare muoversi in contesti compositi e spesso contradittori.
Oggi le imprese piccole o grandi del XXI secolo hanno bisogno di persone che lavorano con attitudini al lavoro in gruppo e a risolvere rapidamente problemi con soluzioni mirate: il valore della condivisione del lavoro, delle informazioni in gruppo e quello della mediazione per soluzioni rapide ed efficaci sono fattori chiave per un’azienda di successo e assumere persone che già hanno sviluppato queste caratteristiche è un ottimo investimento.
Un altro dato: il volontariato aziendale è in crescita, tant’è che Edison, Eni, Enel, Leroy Merlin, TIM, solo per fare alcuni esempi, promuovono l’attività di volontariato dei propri dipendenti (alcune imprese incentivanoanche la possibilità di usare giorni lavorativi per quest’attività. E ciò porta ad un altro aspetto importante: quello della responsabilità sociale delle aziende. Su questo terreno molte imprese si impegnano con progetti di solidarietà e impegno fattivo (costruzione di ospedali, finanziamenti di case-famiglia, e
cc.) in Italia e all’estero. Ciò contribuisce al loro appeal come brand sia nei confronti dei consumatori attenti, sia nei confronti dei giovani che cercano di lavorare in aziende impegnate concretamente dal punto di vista etico.Insomma, il volontariato d’impresa crea e rappresenta valore aggiunto: aziende come ABB, Accenture, Holcim Italia, IBM, KPMG, L’Oreal, Sandvik, Terna, UBS, sono altri casi emblematici.
Volontariato all’estero o in Italia? Ogni ambiente ha la propria specificità , permette di imparare ad allargare la visione dei problemi e di allenarsi a trovare soluzioni sia a questioni semplici e sottovalutate di solito nella vita di tutti i giorni, sia a problemi più complessi ai quali non si è abituati nella propria normalità. Ogni attività di impegno nel sociale, di supporto a chi vive una situazione di disagio offre spunti per sentirsi utili e porre le proprie energie anche a servizio di chi è in difficoltà. Sta alla persona tradurre la propria esperienza in una significativa attività che fa capire cose importanti per la vita e quindi anche per quella di lavoro, attuale o futura.
In sintesi: inserire nel curriculum le esperienze di volontariato rappresenta un fattore di interesse e di ulteriore qualificazione agli occhi del selezionatore o valutatore del c.v. E durante il colloquio di lavoro raccontare la propria esperienza nel campo del volontariato e sintetizzarne apprendimenti e capacità sviluppate, scenari nuovi e imprevisti in cui ci si è dati da fare, permette alla persona di parlare di sé con esempi di realtà e concreti rispetto al proprio agire e al modo di affrontare le situazioni. Questo che dà sicuramente una carta in più! E ci guadagnano tutti.

Le ricerche degli studiosi indicano un nuovo approccio che rivoluzionerebbe le priorità: organizzare gli impegni in base al tempo libero.
Secondo queste ricerche il multitasking, tanto richiesto, risulta addirittura essere dannoso poiché richiede un costo elevato di tempo, energie e attenzione.
Gli studi dimostrano che bisognerebbe concentrarsi senza distrazioni né interruzioni per 50 minuti, con 10 di pausa per fare ciò che si vuole: bere qualcosa, fare stretching, chiacchierare. Lavorare in questa maniera produce risultati reali.
In merito a queste argomentazioni puoi leggere l’estratto dell’intervista fatta a me e a Andrea Castiello D’Antonio, psicologo e psicoterapeuta, uscita sul numero di novembre 2017 di Ok Salute.
Gli uomini possono imparare anche dai bambini a dire basta!
Cosa succede se metti un bambino di fronte a una bambina e gli chiedi di darle uno schiaffo?
Ecco le reazioni dei più piccoli al tema della violenza contro le donne:
Ecco le conseguenze drammatiche sulla occupazione in numeri e analisi di ciò che sta accadendo in Italia a seguito, secondo alcuni studiosi, di questa tendenza
C’è chi ci prova e con positivi risultati: è il caso della Svezia a Goteborg, dove lavorare 6 ore al giorno invece di 8 dal 2015 sta sviluppando ottimi risultati per la qualità della vita dei lavoratori e delle imprese coinvolte nell’esperimento di nuovo welfare
La modalità di nuova organizzazione dell’orario di lavoro, e quindi della vita delle persone, riprende un “vecchio” slogan degli anni Settanta: lavorare meno, lavorare tutti. Alla base anche delle famose 35 ore a settimana che in Germania risollevò le sorti della Volkswagen e dei suoi lavoratori a metà degli anni Novanta con un accordo sindacale che fece storia. 
I pareri degli esperti oggi però sono contrastanti. Anche in Italia c’è chi propone e applica il lavorare meno, lavorare tutti secondo il concetto di solidarietà espansiva (vedi link).
E c’è chi è contrario per il rischio di maggiori svantaggi, rispetto ai vantaggi ipotetici (vedi link).
Il dibattito è aperto, ma attenzione: forse cambiare schema e orari di lavoro farebbe bene a tutti. Perché non provare a invertire la rotta, se gli approcci tradizionali finora in Italia producono numeri di disoccupazione drammatici?
Se nel frattempo sei in una situazione di lavoro difficile e vuoi capire meglio cosa ti succede e le tue possibilità di azione, potrebbe esserti utile un colloquio di coaching o counselling.
Ecco come fare e perché: lucianadambrosiomarri.it/coaching-e-counseling/
Finalmente entrano a pieno titolo 12 indicatori di Benessere collettivo e sostenibilità (Bes), nel Documento di economia e finanza (Def). Sono stati approvati con decreto ministeriale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 15 novembre 2017 e ci daranno la misura della qualità delle politiche economiche anche per ciò che riguarda benessere collettivo e sostenibilità.

I 12 indicatori BES sono:
Questi indicatori riguardano il Benessere nel Paese.

61 anni, quelli tra il 2017 e il 2078, possono sembrare un’inezia, un nanosecondo o nemmeno, guardando ai milioni di anni della storia dell’umanità, ma sono parecchi se li guardiamo con gli occhi di oggi.
Perché dovremmo aspettare ancora altri 61 anni? Perché rimandare straordinarie opportunità di sviluppo economico, sociale e culturale della nostra società, oltre che di giustizia sociale e di democrazia – aspetti certo di non poco conto! – se le cose possono migliorare rapidamente con la volontà politica di voler accelerare i tempi delle azioni necessarie e la volontà anche delle donne di rompere alcuni tabù interiori?
Cosa possiamo fare insieme nelle aziende e come donne?
Vedi il mio contributo nell’ambito dell’empowerment e leadership femminile